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Disabilità e dono del sangue: un tema da affrontare per creare inclusione (con VIDEO Telestense)

Inclusione sociale, consapevolezza della possibilità di poterlo fare, tutela della salute: questi i tre macrotemi attorno ai quali ha ruotato il convegno “Donazione di Sangue e Disabilità”, un argomento poco conosciuto sul quale AVIS Provinciale e Comunale di Ferrara hanno chiamato a raccolta vari relatori questa mattina presso la sede del Consorzio Wunderkammer, nell’ambito degli eventi dedicati alla Giornata Mondiale del Donatore di Sangue e con il patrocinio di Comune di Ferrara, Università degli Studi di Ferrara e AUSL di Ferrara.

Ad aprile l’incontro sono le suggestive immagini, sulle note dell’Inno di Mameli, delle vittorie della squadra Paralimpica Italiana, seguite dai Saluti Istituzionali di Andrea Tieghi, Vicepresidente vicario di AVIS Comunale, che ha parlato di come sia necessito sfatare la convinzione che i disabili non siano idonei a donare, e Davide Brugnati, Presidente AVIS Provinciale, che ha elogiato il contributo dato dai disabili per la donazione, essendo per tutti una vera opportunità.

 

Si entra così subito nel vivo delle relazioni, moderate del consigliere AVIS Comunale Mirko Rimessi, con la relazione di apertura di Fausto Aguzzoni, Vicepresidente Vicario con delega al Terzo Settore e al Servizio Civile di AVIS Nazionale, che apre i lavori con un sincero ricordo di Florio Ghinelli, Presidente AVIS Provinciale scomparso due anni fa, seguita dalla descrizione dello stato dell’arte dell’impegno di AVIS verso il mondo della disabilità, dell’inclusione di persone con disabilità nella struttura associativa e della fattiva possibilità di approcciarsi al dono, in quanto la “disabilità” non è criterio di esclusione: il riferimento in tal senso rimane infatti solo il Decreto Ministeriale del 2 novembre 2015 (disposizioni relative ai requisiti di qualità e sicurezza del sangue e degli emocomponenti) che ha come obiettivo unico la salute del donatore e del ricevente, demandando al medico del centro prelievi il compito di valutare le condizioni di idoneità fisica e psichica, l’assunzione di farmaci e la concomitanza di condizioni che escludono in modo assoluto o temporaneo la donazione. Per Aguzzoni “I valori di coesione e inclusione sociale sono nel nostro Dna, mentre l’esclusione sociale non fa parte del nostro progetto. Occorre lavorare per superare le disparità e dare a tutti le stesse possibilità e opportunità, bisogna superare le barriere non solo quelle materiali per diffondere e vivere in modo concreto la solidarietà. Ogni nostro operatore si deve domandare se siamo a misura di disabili”

Sono dunque iniziati gli interventi dei relatori esterni chiamati a dibattere sul tema, partendo dal mondo dell’Istruzione, la grande “porta d’ingresso” dei nuovi donatori in AVIS, con Elena Mazzoni dell’Ufficio di Coordinamento delle politiche per l’inclusione dell’Università degli Studi di Ferrara, che ha parlato delle azioni e dei supporti di UNIFE a sostegno delle persone con disabilità e con DSA, seguita da Silvia Venturini, docente di Scuola Secondaria di 2° grado dell’Istituto Einaudi, sui percorsi di inclusione nella scuola.

Si è poi passato ad un aspetto più sanitario con la trattazione di Franco Romagnoni, Direttore Attività Socio Sanitarie AUSL Ferrara, che ha descritto come donazione di sangue e disabilità sia una pagina da scrivere insieme, considerando l’ampiezza e la sfaccettatura del mondo preso in analisi (oltre il 15% della popolazione), arrivando al bisogno di creare testimonial del dono anche tra le persone con disabilità e della necessità di andare a premiare questo virtuosismo: “Promuovere l’inclusione aiuta a costruire una comunità più forte e resiliente”.

Conclude gli interventi previsti Claudio Mari, Presidente del Comitato Ferrarese Area Disabilità, coordinamento composto da 24 associazioni che si occupano di disabilità nel nostro territorio, che ha guardato il tema della parte della persona con disabilità, descrivendo Il sangue come è un dono e chiedendo, a chiunque può, di mettersi in gioco, “nessuno escluso”. Questo per varie motivazioni, che vanno dall’autostima all’interesse personale, all’educazione alla sensibilità, al grande gesto di solidarietà e uguaglianza che un simile dono comporta per aumentare le riserve di sangue.

Terminate le relazioni si è dato via ad un riuscitissimo dibattito, studiato per essere momento per portare esperienze concrete che potessero portare ulteriori aspetti sul tavolo. I primi ad intervenire sono stati Fabio Palma, medico responsabile dell’Unità di Raccolta AVIS di Ferrara, che in tandem con Massimiliano Sicchiero, non vedente, donatore da 37 anni con oltre 100 unità versate tra sangue e plasma nonché atleta di paracanoa, hanno raccontato come avviene l’accoglienza di una persona con disabilità, la necessità di valutare attentamente caso per caso e il conseguente rapporto di fiducia che va a crearsi, la realizzazione personale che la donazione porta, accomunabile a quella che si ottiene in ambito sportivo. Per Sicchiero è straordinaria la professionalità dello staff dell’Unità di Raccolta, che consente a tutti, anche a chi ha delle difficoltà, di avvicinarsi alla donazione in sicurezza.

A questo punto doveroso l’intervento di Giuseppe Francesco Alberti, delegato provinciale del Comitato Italiano Paralimpico, che aperto la discussione sul mondo delle famiglie e caregiver, con la necessità di fare informazione verso di loro, e sulla possibilità di estendere il recente protocollo d’intesa AVIS-CONI anche al mondo paralimpico, ricordando come lo sport per persone con disabilità sia un mezzo di affermazione personale e di cultura, e che tramite questo mezzo si può far passare anche la possibilità della donazione. Di grande interesse anche l’intervento di Marco Sandri, Direttore del Distretto Centro-Nord di AUSL Ferrara, che ha riportato all’importanza del lavoro di squadra tra tutte le varie associazioni e del rapporto medico-donatore a tutela della salute. Suggestivo il conclusivo ringraziamento di Marisa Beltrami, dell’Associazione per la Lotta alla Talassemia “Rino Vullo” che ha voluto stringere la mano a Massimo Sicchiero e con lui ringraziare tutti i donatori: “La mia vita va avanti grazie a voi”.

Le conclusioni di una mattinata di grande interesse le traggono il Vicepresidente AVIS Nazionale Aguzzoni, che ha ribadito come occasioni come quella di oggi siano grandi spunto di apprendimento, confronto e riflessione, promettendosi di farsi promotore del protocollo con il CIP, e il Presidente Comunale Sergio Mazzini, che ripensando alle motivazioni che hanno portato a predisporre questo convegno (sviluppare maggiormente l’informazione sulla donazione di sangue e plasma nelle persone con disabilità: non tutte le persone con disabilità sanno infatti di essere potenziali donatrici), ha assicurato che non mancheranno azioni specifiche sulle famiglie e verrà studiato il modo di valorizzare maggiormente l’esempio di chi, con disabilità, ha intrapreso il percorso del dono del sangue.

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